PERUGIA Definire clamorosa la decisione presa dalla Fei in relazione alla classifica individuale del Campionato del mondo è comunque riduttivo. La Federazione internazionale è riuscita nella difficile impresa di confermare la positività del cavallo al controllo antidoping e la vittoria della medaglia doro da parte di Sheikh Hazza bin Sultan Zayed Al Nayan, che proprio in sella ad Hachim (nella foto) aveva tagliato per primo il traguardo. Incredibile: nello stesso momento si certifica lirregolarità e ne viene affermata la non rilevanza ai fini della classifica. Ciò che è accaduto negli ultimi mesi in relazione al procedimento aperto dalla fei nei confronti del cavallo vincitore dei Campionati del mondo è stato ricostruito dalla stessa Fei, che in questo modo ha ammesso clamorosamente una propria scandalosa mancanza. A seguito della richiesta di controanalisi avanzata da un responsabile del cavallo, la Federazione internazionale ha dato lincarico a una sua struttura autorizzata, il Laboratorio corse ippiche di Francia. Tutto normale, se non fosse per una mancanza che ha dellincredibile: la data e il luogo delle controanalisi non sono stati comunicati al rappresentante del cavallo affinché potesse avere un suo testimone allinterno del laboratorio. E stato così che la Commissione Giudicante, pur vedendo confermata la presenza di Methylprednisolone (un corticosteroide inserito nella lista delle sostanze proibite dalla Fei) nelle urine di Hachim, con relativa positività del cavallo, ha dovuto prendere atto che lassenza della controparte determinava la non validità della procedura. Niente squalifica, dunque, per Hachim e Sheikh Hazza bin Sultan Zayed Al Nayan, che risulatano vincitori della medaglia doro nella prova individuale dei Campionati del mondo; al secondo posto la francese Barbara Lissarrague (nella foto); terza piazza per Sheikh Mohammed bin Rashid Al Maktoum. Certificare il doping e mantenere in classifica chi a esercitare questa pratica è stato “pizzicato” sono due modi di fare che non possono essere contemplati da un organismo di garanzia come dovrebbe essere la FEI. C´è solo una cosa che possono fare i vertici della Federazione internazionale: dimettersi.