PERUGIA – Carlo Di Battista e Amir di Pegaso sono rientrati da Zabreh na Morave con la medaglia d´argento al collo, ma non solo. L´ottimo risultato del Campionato europeo open young riders ha rafforzato in loro e nell´Umbria Endurance Equestrian Team la convinzione che non c´è altra strada che quella della programmazione e del lavoro al massimo livello per arrivare a risultati importanti come un secondo posto in una gara di valore sostanzialmente mondiale. Andare alle origini dell´argento di Zabreh na Morave vuol dire trarre un bilancio positivo perché all´UEET è riuscito ciò che si era prefisso. Lo staff tecnico al gran completo e con i suoi uomini migliori (il veterinario Ugo Sacco, il maniscalco Roberto Minnucci, il tecnico Gianluca Laliscia e il coordinatore degli allenatori Alessandro Cocciuti) si era mosso con l´obiettivo di cercare un grande risultato, per il team ma anche per ripagare la fiducia accordata da parte della Federazione; il binomio era alla sua prima gara e andata supportato al meglio per fare in modo che la somma delle singole potenzialità di cavallo e cavaliere presi desse un risultato superiore a quello “aritmetico”. E così è stato, visto che Amir s´è confermato soggetto di grande affidabilità e un concentratissimo Carletto l´ha interpretato con la sensibilità di cui è capace. Di un dato è fiero lo staff UEET, che a Zabreh na Morave non ha fatto altro che portare a compimento il paziente lavoro di allenamento e preparazione portato avanti in scuderia dall´impeccabile Francesca Marroccu: in gara è accaduto ciò che era stato programmato a tavolino in sede di analisi tattica. La strategia è stata perfetta, come ha dimostrato la media totale tenuta da Amir e Carlo: 17,634 chilometri contro i 17,8 identificati come necessari per vincere, con il piccolo divario dovuto esclusivamente al fatto che la quarta fase s´è rivelata più lunga di 4 chilometri rispetto al previsto. Il binomio UEET avrebbe dovuto percorrere il primo giro a 16 km/h e l´ha chiuso a 16,054, il secondo a 16 e l´ha percorso a 15,891, il terzo a 20 e l´ha completato a 19,740, il quarto a 18,5 e l´ha corso a 17,5, il quanto e ultimo a 24 e l´ha coperto a 25,832. Niente da dire, dunque, tanto più se messo in relazione all´ennesimo dato record per ciò che ha riguardato i tempi di recupero: anche stavolta il cavallo UEET è stato il migliore, presentandosi – tanto per dire – alla visita del secondo cancello dopo 32″. Quasi come un pit stop di Formula Uno. Tanta soddisfazione ha dovuto fare i conti soltanto con la festa “guastata” dalla prestazione mostruosa della vioncitrice Karen Romer, che Carlo di Battista ha raggiunto al 36esimo chilometro. Insieme ad Amir l´hanno controllata fino a tre chilometri dall´arrivo, ma giudicando rischiosa l´ulteriore accelerazione operata dalll´olandese – che secondo i dati ufficiali ha chiuso l´ultima fase di 11 chilometri alla media di 31,756 – hanno preferito tenersi un argento di cui andare comunque fieri. Applausi.