PERUGIA – Manca soltanto l’ufficializzazione da parte della FEI, ma sta trovando di ora in ora conferme accreditate quella che fino a pochi giorni fa era soltanto un’indiscrezione. Saukira, la cavalla in sella alla quale lo spagnolo Giovanni Fernandez Diaz aveva vinto i campionati del mondo young riders, sarebbe stata trovata positiva ai controlli antidoping a più di una sostanza, effettuati al termine della gara.
In virtù della scontata esclusione dall’ordine di arrivo e della conseguente riscrittura della classifica finale, la strameritata medaglia d’oro finisce al collo dell’italiano Jacopo di Matteo, che con Uruguay aveva chiuso alle spalle del portacolori della Spagna. Per il giovane cavaliere azzurro e per il suo staff arriva dunque il giusto riconoscimento per una gara condotta con grande acume, che aveva trovato già un premio importante nella medaglia d’argento. Il primo posto, seppur “postumo”, si arricchisce di ulteriori significati, legati alla bontà della preparazione e all’interpretazione dell’impegno sportivo secondo i dogmi più ferrei di una disciplina dura, ma entusiasmante come l’endurance equestre.
In virtù dell’esito dei risultati dei controlli antidoping effettuati al termine della gara iridata del 27 settembre al Centro Equestre Federale, guadagnano un posto anche tutti gli azzurri che portarono al termine il proprio impegno agonistico: i quattro alfieri dell’Umbria Endurance Equestrian Team, Carlo Di Battista con Jamil Bello e sua sorella Simona che aveva gareggiato con Shalifa, diventano rispettivamente quarto e 21esima, mentre Diana Origgi con Jasmineh sale al 7°; Giuseppe Giansante con Jonnhy Stecchino – anche loro dell’Ueet – guadagnano una posizione e si insediano al 27esimo posto.