IL FUTURO E’ TUTTO DI OSCAR E ALISH

PERUGIA – Le storie di due cavalli “speciali” come Oscar Bello e Alish Kashmir sono state raccontate con un ampio servizio dal “Corriere dell’Umbria”, che nell’edizione di mercoledì ha dedicato un’apertura e un approfondimento ai due “atleti” dell’Umbria Endurance Equestrian Team vittoriosi in Sardegna. La carriera all’insegna della rivincita di Oscar Bello e le ottime premesse con cui è iniziata quella di Alish Kashmir hanno avuto un grande risalto.
Ecco i testi dei due articoli di Mauro Barzagna.
Ha una grande storia da raccontare il castrone dell’Umbria Endurance
LA RIVINCITA DI OSCAR
Un cavallo “normale” diventato imbattibile
PERUGIA – Non c’è rivoluzione che non sia partita dal basso, come quella della quale si sta rendendo protagonista Oscar Bello, il castrone di sette anni che domenica ad Abbasanta ha vinto per il terzo anno consecutivo il Trofeo Unire Giovani Cavalli di endurance.
La rivoluzione di Oscar Bello parte dai suoi 143 centimetri, un’altezza a dir poco sorprendente e inusuale per un cavallo da impiegare in quella che è a tutti gli effetti la disciplina più dura degli sport equestri. Il figlio del purosangue arabo campione italiano a squadre 1994 Karoun e Papalla, un’avelignese che in scuderia era stata ribattezzata “Canallo”, metà cane, metà cavallo, per il suo essere tutto tranne che una fattrice di chissà quale pregio, ha invece stupito tutti ancora una volta. Nel 2002 dettò legge a San Rossore sui 64 chilometri della gara di velocità alla strabiliante media di 24,52 km/h. L’anno scorso non ce ne fu per nessuno a Punta Ala nella gara di regolarità sui 60 chilometri che vinse a 15,60 km/h. Quest’anno, infine, stessa musica ad Abbasanta do43ve nella gara di velocità sugli 87 chilometri ha dominato alla media di 21,88 km/h e trionfato anche nel premio Best Condition.
Niente male davvero per un cavallo che solo la testardaggine di Giorgio Laliscia, il presidente dell’Umbria Endurance Equestrian Team, ha salvato dal macello. Nel 1999, il destino di questo “trovatello”, che Karoun aveva concepito durante una fuga dalla scuderia nelle campagne intorno a Perugia, era segnato. Era stato venduto per essere destinato ai banconi di qualche macelleria o, al massimo, per essere solo un cavallo normale. Fu allora che Laliscia chiamò suo figlio Gianluca, affermato cavaliere di endurance e responsabile della squadra, mettendolo molto più che alle strette. “Se non vai a riprendere quel cavallo – lo minacciò – ti faccio chiudere tutto. L’endurance te lo puoi scordare perché se non lo riporti in scuderia immediatamente, vendo tutti i cavalli che abbiamo”.
La carriera trionfale di Oscar Bello cominciò dunque da un litigio a fin di bene, sulle basi del quale Gianluca Laliscia e lo staff di allenatori dell’Umbria Endurance Equestrian Team iniziarono ad allenare un soggetto dalle sorprendenti risorse psico-fisiche. La qualità del lavoro che i tecnici hanno saputo programmare ha fatto il resto. Da tre anni a questa parte, il castrone figlio di Karoun non sta facendo altro che onorare nel migliore dei modi il blasone e il palmarès del padre. Sotto la sella di Simona Di Battista, campionessa mondiale a squadre young riders 2003, continua a sorprendere e soprattutto a smentire una delle regole finora più accettate in fatto di fisiologia del cavallo da endurance. La rivoluzione di Oscar Bello si basa sull’affermazione che l’altezza, parametro “celebrato” in tutte le lingue, ha un valore molto relativo, o almeno molto meno importante di quanto non sia stato finora.
Anche domenica in Sardegna, nella terra dei cavalli per eccellenza, nella regione leader dell’allevamento italiano, questo frugoletto ha sbaragliato il campo, inducendo più di un addetto ai lavori a porsi dei dubbi. Un cavallo da endurance che viaggia alle medie di Oscar Bello e vive come una formalità ogni controllo veterinario, presentandosi tranquillamente con 56 battiti in visita nel giro di pochissimi minuti, merita attenzione. La stessa, accresciuta da un sentimento nobile come quello che ebbe Giorgio Laliscia, che nel settembre 1999 evitò a questo grintosissimo castrone una brutta fine. Sarà anche per un senso di riconoscenza che Oscar Bello non perde occasione per far fare bella figura a chi lo ha salvato e allenato fino a farlo diventare un campione.
Mauro Barzagna
Il protagonista
ALISH, FUTURO DA CAMPIONE
PERUGIA – La rivincita dei piccoli, che domenica in Sardegna ha avuto in Oscar Bello il portabandiera, è stata rivendicata con forza anche da Alish Kashmir, un altro cavallo che sotto le insegne dell’Umbria Endurance Equestrian Team ha sbaragliato il campo nel Trofeo Unire nella categoria di regolairtà sui 58 chilometri.
Alish Kashmir, che dal suo metro e 48 è appena 5 centimetri più “alto” di Oscar Bello, è un castrone di sei anni, di proprietà di Sara Cecchetti e della società Le Corse. Sauro, purosangue arabo, figlio di Bardo e Alish Raissa, è stato allevato nelle scuderie della famiglia Cecchetti sulle colline intorno a Pierantonio, dove è nato anche Jamil Bello, soggetto già in selezione per i prossimi Mondiali del gennaio 2005 a Dubai.
Anche Alish, come Oscar, ha vissuto nella kermesse in terra di Sardegna una giornata di grandi conferme. Per tutti, basti un dato: dopo 58 chilometri di gara alla media di 15,514 km/h, Alish Kashmir si è presentato alla visita finale con 37 battiti cardiaci, un parametro invidiabile per qualsiasi atleta, bipede o quadrupede che sia.

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