PERUGIA Il terzo trionfo consecutivo nel Trofeo Unire Giovani Cavalli e la storia importante che Oscar Bello ha alle spalle sono valsi al campione dellUmbria Endurance Equestrian Team l’interesse de La Gazzetta dello sport. Il grande quotidiano sportivo diretto da Pietro Calabrese ha dedicato a Oscar un bellissimo servizio, ma soprattutto il richiamo in prima pagina firmato da Nicola Melillo dal titolo: Il cavallino che vince ed evita il macello. Allinterno, a pagina 27, la storia e le gesta di Oscar occupano larticolo di apertura del titolo Oscar, un nano da favola, corredato da una foto scattata in Sardegna da Oreste Testa.
Questo il testo dell’articolo di Nicola Melillo
Una storia pronta per un libro di favole. I fratelli Grimm, con la loro formidabile fantasia, l’avrebbero certamente consegnata a nostri bambini. E ambientata a Perugia, e ha per protagonista un cavallino piccolo, grassoccio, sgraziato, con genealogia alla Cenerentola, che come il Brutto Anatroccolo si è conquistato prima il diritto di vivere, e poi si è trasformato in meraviglioso Cigno.
Il cavallino si chiama Oscar Bello. E vince. Anzi, stravince nell’Endurance equestre, ovvero la maratona a cavallo. Ha sconvolto ogni canone dellallevamento, facendo stropicciare gli occhi ai puristi della disciplina, costretti ora ad ammettere che, forse, cavallo alto non è uguale a bello e vincente. Oscar è alto solamente 143 centimetri, contro i 160 dei suoi avversari. Secondo i nuovi parametri dell’Unire (almeno 156 cm per approdare alla definizione di cavallo), oggi Oscar sarebbe un pony. Oscar è un cavallino che si scatena nel suo paddock: tutti i giorni dal 1987, quando è venuto al mondo. Mai un secondo fermo, mai un minuto senza rotolarsi, un dolcissimo giocherellone.
Oscar Bello è nato per sbaglio, frutto di una notte d’amore rubata al destino di «ingessato» stallone riproduttore doc del buon Karoun, nato nel 1982 e morto di colica nel 2001. Karoun era allenato a Perugia dai Laliscia, la più effervescente famiglia di allenatori di cavalli di Endurance d’Italia, alla quale si affida anche Sheikh Mohammed bin Rashid al-Maktoum, che ha fatto degli Emirati Arabi Uniti il centro del mondo del galoppo e dell’endurance equestre. Una notte dell’autunno 1996 Karoun è fuggito dal suo box, andando a curiosare nel parco antistante: un posto speciale, che il signor Giorgio Laliscia ha tramutato in zoo: asini, uccelli, pappagalli, maialini, animali acquatici e cavalli di ogni razza possibile. Ovviamente il signor Giorgio è vegetariano…
Ebbene, quella notte d’inverno del 1996 Karoun si imbattè in Papalla, cavallina avelignese più larga che alta. La chiamavano “Canallo” (cane più cavallo), tanto era piccolina. Il mattino dopo la famiglia Laliscia scoprì Papalla e Karoun uno accanto all’altro: uno stallone tanto bello aveva apprezzato le grazie di una canalla.
Papalla partorì Oscar Bello nel settembre 1997. Lasciarono questo cavallino pascolare in mezzo ad asini, pappagalli e maialini. A due anni, nel 1999, non sapendo cosa farne, Oscar stava per essere venduto, con la macelleria come probabile capolinea. Il signor Giorgio divenne una furia: impose a tutti, pena la chiusura dell’attività del centro di allenamento, che Oscar tornasse a casa intero e che si allenasse con gli altri cavalli, quelli veri.
Ma dall’estate 1999 questo cavallo da sella tutto speciale ha cominciato a vincere, senza fermarsi mai. Domenica scorsa Oslo ha fatto per la terza volta consecutiva nel Trofeo Unire per giovani cavalli, una vetrina importante, che prepara i migliori alle prove da grandi: Oscar ha vinto nel 2002 a San Rossore la prova sui 64 km della gara di velocità alla media strabiliante di 24,52 km/h, record pazzesco che ha costretto Unire e Fise a cambiare da allora la pova in gara di regolarità: troppo pericoloso per gli altri provare a battere il tempo di Oscar.
L’anno scorso a Punta Ala Oscar ha saggiato così la prova di regolarità: vittoria sui 60 km alla media di 15,60 km/h! Domenica scorsa in Sardegna, ad Abbasanta, sugli 87 km, altra vittoria alla media di 21,88 km/h. Un fulmine, e sempre ottenendo il titolo di best condition: il suo cuore, due minuti dopo aver terminato la fatica, lavora a 56 battiti. Mai visto nulla di simile.
Adesso le prove riservate ai giovani cavalli sono finite, Oscar nel 2005 avrà otto anni, è diventato grande e dovrà provare a gareggiare contro cavalli importanti. Dall’anno prossimo ci tocca affrontare le prove più insidiose, dai 120 km in su: non oso immaginare cosa ossa accadere» commentava ieri Gianluca Laliscia, incredulo, mentre Oscar, appena tornato dalla Sardegna, aveva ricominciato nel suo paddock a Perugia la sua attività preferita: correre, correre, correre. E chi lo ferma più?.