PERUGIA – Le classifiche finali dei Campionati italiani che si sono conclusi sei giorni fa a Castiglione del Lago forniscono l’opportuità per una serie di considerazioni di ordine tecnico. I parametri di riferimento sono quelli delle gare più importanti che si sono corse negli ultimi anni sul tracciato che la scorsa settimana ha ospitato la rassegna tricolore.
La gara che ha fornito minori spunti d’interesse ha finito con l’essere quella che si è corsa sulla distanza dei 160 chilometri. L’hanno portata a termine 8 cavalli sui 24 iscritti, pari al 33%. La media del vincitore è stata di 15,602, a dimostrazione di una levatura tecnica non eccelsa. Ben altra media era stata fatta registrare nel Campionato europeo Open 2001, vinto da Provocative con Rashid bin Mohammed Al Maktoum a 19,17.
Sulla distanza dei 120 chilometri, nella categoria “young riders”, vinta alla media di 18,048, hanno concluso la prova 9 cavalli su 18 pari al 50%, mentre nella categoria Open sono stati 30 su 45 i soggetti – percentuale del 66%, media 18,242 – che sono riusciti a tagliare la linea d’arrivo. L’anno scorso, al termine della Gatorade Endurance Cup arrivò il 48,8% degli iscritti e il vincitore, Mohammed Ali Al Shafar su Zidla, chiuse alla media di 18.07: alla sostanziale conferma per i cavalli della “young riders”, quindi, fa riscontro un innalzamento dello standard per ciò che ha riguardato i soggetti al via nella categoria Open.
La gara più corta dei Campionati, quella sui 91 chilometri della categoria B, pur evidenziando dati assai distanti dalla prova di Coppa Italia vinta l’anno scorso da Emilio Amato e Siria II, è stata sostanzialmente in linea con quella che è la filosofia dell’endurance. L’innalzamento della velocità media, infatti, ha confermato la riduzione del numero di cavalli all’arrivo. Una anno fa, arrivò sul traguardo il 41,6% degli iscritti e la media del vincitore fu di 16,18; quest’anno hanno concluso la prova 13 cavalli su 40, per una percentuale del 32,5%, e il vincitore ha festeggiato alla media di 20,10.