I PROTAGONISTI: ROBERTO BUSI

PERUGIA – Un uomo, uno spot. Per l’endurance equestre, naturalmente. E’ Roberto Busi, 42 anni, emiliano dell’Appennino fra Bologna e Firenze, collezionista non solo di convocazioni in nazionale, ma anche di soddisfazioni memorabili come la conquista dell’oro a squadre agli Europei Open di Castiglione del Lago 2001 e dell’argento a squadre l’anno scorso ai Mondiali di Jerez de la Frontera. “Sembra strano no? – commenta il diretto interessato -. Dopo tutto, da quando ho iniziato a gareggiare nel 1997 ho vinto soltanto una gara, nel ’99 a Brescia una ’80 più 80 in cui conquistai anche il premio best condition”.
Strano invece non è perché Roberto Busi è l’elemento che tutti i commissari tecnici vorrebbero avere. Visto che viene dal calcio, potrebbe essere tranquillamente definito “mediano”, di quelli che qualsiasi squadra ricca di campioni non può fare a meno se vuol vincere qualcosa. Vincerà anche poco, insomma, ma arriva sempre, porta sempre punti alla squadra, e, soprattutto, non chiede mai al cavallo più di quanto non possa dare. Al Jasir, l’inseparabile compagno di Roberto, negli ultimi tre anni ha percorso in gara più di 3000 chilometri senza mai essere eliminato e portando al termine ognuna delle partecipazioni.
“Cominciò tutto nel ’96 – racconta – quando applicai alla lettera la battuta più ricorrente che il mio allenatore di calcio mi faceva da tanto tempo. Mi diceva: ‘Datti all’ippica, che è meglio’ e io così feci. Comprai un’anglo araba di nome Favola e, dopo aver iniziato con le passeggiate, cominciai a gareggiare. Capii immediatamente che era l’endurance era lo sport che faceva per me. Prima avevo giocato anche al calcio, ma l’unica certezza che avevo provato era quella di non essere fatto per gli sport di squadra”.
Dopo le prime esperienze in sella a Favola, Roberto trovò in Al Jasir il cavallo ideale. “Lo comprai nel 1999 – ricorda – e cominciai con lui un programma di crescita che proprio quest’anno ci sta regalando le soddisfazioni più belle soprattutto in termini di rendimento in gara e di gestione delle medie”. Insieme hanno sorriso a Castiglione del Lago e a Jerez de la Frontera, ma non solo. “L’anno prima dell’Europeo Open di Castiglione – confessa il cavaliere emiliano – vivemmo un’esperienza che faticheremo a dimenticare. Mi riferisco alla gara ‘Cuore verde d’Italia’ a Tavernelle. Era la nostra prima corsa sui 160 chilometri e fummo fra i dodici binomi arrivati al traguardo sugli ottanta partenti. Di quella gara ricordo ancora tutto come se fosse adesso: i saliscendi, le bellezze del paesaggio, l’acquazzone che beccammo dopo il 140esimo chilometro e, soprattutto, l’orgoglio che ci garantì l’aver portato a termine la gara senza alcun rilievo da parte della commissione veterinaria”.
Da quell’indimenticabile “160”, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta anche per Roberto e Jasir, che oltre all’oro di Castiglione e all’argento di Jerez hanno fatto grandi cose anche quest’anno. Nella Gatorade Endurance Cup di Castiglione del Lago sono arrivati secondi alle spalle di Mohamed Ali Al Shafar, rendendosi protagonisti di una gara tatticamente impeccabile. “Siamo partiti senza farci condizionare dal fatto che tutti erano scattati a mille – spiega Roberto – e alla fine abbiamo ‘incassato’ un secondo posto che vale tanto in considerazione della validità tecnica dei percorsi che l’Umbria Endurance Equestrian Team propone nelle sue gare”. Appuntamento allora alla prossima.

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