“PREPARAZIONE FONDAMENTALE ANCHE PER IL CAVALIERE”

PERUGIA – Il conto alla rovescia verso i Weg e l´appuntamento della 160 di domenica mattina prosegue per gli azzurri in maniera spedita e senza particolari problemi. Al Kentucky Horse Park sono i giorni della rifinitura della preparazione. Che per quanto centrale sia il ruolo del cavallo, si concentra anche sul cavaliere, come dimostra la presenza di Alberto Di Maio al fianco di Gianluca Laliscia. Un sodalizio, quello fra il preparatore atletico e il capitano dell´Umbria Endurance Equestrian Team, che va avanti da quasi sei anni e che nel corso del tempo ha garantito importanti certezze sia per ciò che riguarda l´approccio alle gare vero e proprio, sia per la programmazione del lavoro nell´intero arco dell´anno. La presenza di Alberto a Lexington è finalizzata anche alla verifica sul campo della mole di lavoro che, insieme a Gianluca, è stata portata avanti da almeno un mese e mezzo. “Partendo da una base comunque importante che curiamo settimanalmente – spiega Alberto Di Maio – per affrontare al meglio i 160 chilometri dei World Equestrian Games abbiamo sviluppato un programma finalizzato a migliorare tutta una serie di potenzialità legate al raggiungimento di una prestazione di qualità nel lungo periodo. Le gare di endurance, da questo punto di vista, sono fra le più difficili da affrontare anche per l´atleta, che resta in gara anche più di dieci ore. Abbiamo dunque puntato su un tipo di lavoro lipolitico, con l´obiettivo di sviluppare forza resistente. Lo abbiamo fatto sia indoor, con programmi particolari sviluppati con l´ausilio di macchine e attrezzi in palestra, che outdoor, con lunghe sedute di corsa”. Il risultato dovrebbe essere quello di un binomio all´altezza della situazione, con il cavaliere pronto a essere un effettivo protagonista insieme al cavallo. “Non può essere altrimenti – sottolinea Alberto – perché la preparazione e la condizione fisica del cavaliere, in questo caso Gianluca, è importante tanto quanto quella del cavallo che lo avrà in sella. Banalmente si potrebbe liquidare la materia affermmando che un cavaliere ben preparato fisicamente è un peso minore da portare per il cavallo. In realtà si tratta di creare il più possibile una simbiosi anche in termini biomeccanici, per cui un cavaliere al top sul pianno fisico sarà in grado di assecondare meglio lo sforzo e il moviimento del proprio cavallo”.

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